Il nostro viaggio in Argentina inizia nella sua capitale, Buenos Aires. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi da questa città, e sono contenta di averla vista in due momenti del viaggio diversi – all’inizio e alla fine – perchè la seconda volta mi ha colpita molto di più e mi ha fatto scattare il “vorrei tornarci”.
Qui vi ho raccontato come e perchè abbiamo scelto l’Argentina come meta per le vacanze estive.
La capitale argentina
Avevo qualche preoccupazione sulla sicurezza della città, ma dopo esserci stata e aver parlato con i locals penso sia giusto precisare: quando si parla di zone poco sicure e malfamate di Baires (questo è il suo soprannome), non ci si riferisce al centro ma alle aeree più periferiche, difficilmente battute dai turisti. Noi abbiamo alloggiato a Palermo e visitato i quartieri Recoleta, Puerto Madero, Monserrat, San Telmo e La Boca (di giorno), senza aver mai alcun problema.
Abbiamo dedicato alla visita della città 3 giorni pieni, senza seguire un itinerario preciso:
| primo giorno – Palermo, Plaza de Mayo, La Boca
| secondo giorno – Recoleta, San Telmo, Puerto Madero
| terzo giorno (il giorno 13 del nostro viaggio) – Palermo, Retiro, Monserrat, San Telmo
Palermo
Palermo è il quartiere perfetto dove alloggiare: ben frequentato, servito dai mezzi pubblici, vicino all’Aeroparque Jorge Newbery – dove transitano tutti i voli nazionali – e ideale anche per la sera con i suoi mille ristoranti e locali.
Palermo mi ha ricordato una Manhattan in miniatura: stradine residenziali con villette ben tenute, localini con tavoli all’aperto e mercatini underground si alternano a grandi parchi cittadini e larghissimi boulevards bordati da grattacieli; non a caso, un distretto del quartiere si chiama proprio Palermo Soho. Passeggiando per Palermo ho pensato spesso: qui ci vivrei.
Il primo giorno a Baires, che coincideva con il nostro primo giorno in Argentina, subito dopo aver lasciato i bagagli in hotel abbiamo visitato una Palermo assonnata – come noi – al mattino presto, per poi tornarci sia nel pomeriggio che per cena.
Di sabato il quartiere è molto animato, e complice il tiepido sole che riscaldava una giornata altrimenti freddina, l’ho trovato piacevolissimo. Per cena la scelta è enorme: dalle tradizionali parillas, dove assaggiare la famosa carne argentina alla griglia, a locali più contemporanei con un’offerta molto varia.
Nella nostra ultima giornata a Baires, prima di rientrare in Italia, siamo tornati a Palermo per visitare il Jardín Japonés. Personal (unpupolar) opinion: solo se vi avanza del tempo.
Plaza De Mayo e Monserrat
È la piazza principale della città e qui si trova la Casa Rosada, sede del governo argentino. Ogni giovedì vi si riuniscono le madri di Plaza de Mayo, ovvero le madri dei desaparecidos, in un commovente rituale per ricordare i propri figli scomparsi durante la dittatura tra il 1976 e il 1983.
La piazza si trova nel bel quartiere di Monserrat, che mi ha colpita per le vibes parigine. Una cosa che mi è rimasta impressa è la luce intensa che filtra tra i palazzi eleganti.
La Boca
Forse il barrio più celebre di Buenos Aires, si chiama così perchè si trova alla foce (boca in spagnolo) del Rio Matanza. Era il porto fluviale della città ed è stato abitato per decenni da moltissimi immigrati italiani, soprattutto genovesi, impiegati nei cantieri navali.
Ci sono due spot imperdibili: il Caminito e lo stadio del Boca Juniors.
Il Caminito è un complesso di case coloratissime che costituiscono un vero e proprio museo all’aperto. La zona è stata riqualificata dopo anni di forte degrado e le case in legno sono state tinteggiate in colori sgargianti per riprodurre fedelmente come erano in origine. Infatti, gli immigrati che abitavano qui tra il XIX e l’inizio del XX secolo coloravano le proprie abitazioni popolari con le rimanenze delle vernici che utilizzavano nei cantieri navali.
Il risultato è un patchwork cromatico indimenticabile. Visitare il Caminito è inevitabilmente un’esperienza turistica, ma non per questo meno bella. Sarà molto difficile evitare di scattare fotografie, ammirare uno spettacolo di tango, acquistare del cibo di strada o qualche coloratissimo souvenir.
Con una passeggiata di pochi minuti si raggiunge La Bombonera, il celebre e – ancora una volta – coloratissimo stadio del Boca Juniors. Qui tutto omaggia i colori della squadra, giallo e blu, ed il suo militante più celebre: Diego Armando Maradona.
Recoleta , San Telmo e Puerto Madero
Gli argentini sono molto legati a questo quartiere soprattutto per il suo cimitero monumentale, uno dei più importanti del mondo. Noi lo abbiamo visitato partecipando ad un tour guidato.
Da qui, in autobus abbiamo raggiunto San Telmo, dove ogni weekend si tiene in strada un mercato dell’usato, la Feira di San Telmo. Ma la vera perla di San Telmo è il suo caotico mercato coperto, dove si trovano alcune botteghe di artigianato locale (anche se la maggior parte con una forte impronta turistica) e tantissime altre dove gustare prodotti gastronomici da tutto il mondo. Qui noi abbiamo avuto il primo incontro ravvicinato con le empanadas, che ci sono piaciute talmente tanto da tornarci poi per l’ultimo pasto prima del ritorno in Italia.
Anche se una volta usciti dal mercato di San Telmo abbiamo pensato per un attimo di esserci teletrasportati a Parigi (sarà forse stato il quantitativo di strutto assunto?), invece di raggiungere le sponde della Senna ci siamo diretti verso Puerto Madero.
Nata come zona portuale che non ha mai raggiunto il pieno regime, dopo decenni di abbandono è stata oggetto di un importante investimento di riqualificazione. Le darsene, ideate per accogliere grandi navi che non hanno nella realtà mai visto, sono oggi due lunghi percorsi pedonali sui quali si affacciano tantissimi locali; alle spalle, grattacieli imponenti ospitano gli appartamenti più esclusivi della città. Una grande scalinata collega Puerto Madero a Plaza de Mayo.
Considerazioni e consigli utili su Buenos Aires
Descrivere Buenos Aires, come si intuisce da questo racconto, non è semplice: è una città molto grande, con un centro storico non circoscritto ma distribuito, con un mix di influenze architettoniche e culturali che le conferiscono, a mio avviso, un’identità poco incisiva. Ciò che fa la vera differenza, qui, sono le persone. Che non ti negano mai un sorriso, che ti aiutano ad orientarti, che sono curiose della tua provenienza e fiere della propria.
Vi lascio di seguito alcune informazioni e consigli per visitare Buenos Aires.
Aeroporti
Ce ne sono due. L’Aeroporto Ministro Pistarini (EZE), dove arrivano i voli internazionali, dista circa un’ora dal centro città. Si trova invece a Palermo l’Aeroparque Jorge Newbery (AEP), punto di riferimento per i voli interni nazionali.
Muoversi in città
Buenos Aires ha la metropolitana, ma sono più diffusi e utilizzati i bus, colorati e incasinati. Per viaggiare sui bus occorre la tessera della Sube, acquistabile e ricaricabile in contanti in qualsiasi tabaccheria, ma soprattutto essere dotati di un buon senso dell’orientamento. Capita spesso infatti che il bus non segua esattamente il percorso previsto o che non effettui proprio le fermate previste, ma con un po’ di pazienza (e serenità, quella sempre), si arriva ovunque. Una valida ed economica alternativa, soprattutto la sera, è Uber.
Alloggi
Per zona, servizi e rapporto qualità-prezzo, mi sento di consigliarvi entrambe le strutture dove abbiamo alloggiato.
Let Sun Boutique Hotel, nel cuore di Palermo Hollywood, del quale ho apprezzato molto la posizione e l’eccellente colazione – forse la migliore di tutto il viaggio!
248 Finisterra, sempre a Palermo ma molto vicino all’Aeroparque Jorge Newbery; anche in questo caso, oltre alla posizione strategica, degnissima di nota la colazione a buffet con vista sul piccolo giardino privato.
Pasti
Per i pranzi, come sempre in viaggio, scegliamo la frugalità: non posso che consigliarvi di assaggiare qualcosa al Mercato coperto di San Telmo.
A cena siamo sempre rimasti nella zona di Palermo. Avremmo voluto provare La Cabrera, ma non siamo riusciti a prenotare. Vi lascio il nome di un locale giovane e dall’interessante cucina contemporanea: diviiino.
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