“E se quest’anno facessimo una settimana di ferie a luglio? Magari scegliamo una meta tranquilla, almeno ci rilassiamo e riposiamo!”
Spoiler: non ci siamo riposati. In compenso, ci siamo innamorati della Slovenia.
Quando ancora la situazione covid non permetteva di fare chissà quali progetti, abbiamo deciso di fare questo break estivo all’estero, lontano ma non troppo. Scegliamo quindi di andare alla scoperta della Slovenia, un paese molto vicino al nostro, un po’ fuori dalle mete più battute ma che ha tantissimo da offrire.
Itinerario
La dimensione della regione – la Slovenia è più piccola della Toscana! – e la sua eterogeneità ci spingono subito verso un viaggio on the road, come piace a noi. Vogliamo concentrarci su enoturismo (ovviamente), natura, cultura e un po’ di relax, per questo motivo studiamo bene la guida e stabiliamo il nostro itinerario.
Decidiamo di raggiungere subito la meta più “lontana”, per poi tornare piano piano indietro. Ci dirigiamo quindi verso il punto più a est, che dista circa 6 ore di macchina da Firenze. Ci aspetta una settimana intensa e ricchissima!
- 1° giorno – Ptuj
- 2° giorno – Jeruzalem e Maribor
- 3° giorno – Zalec e Preddvor
- 4° giorno – rafting sul fiume sava e Lago di Bled
- 5° giorno – gole di Vintgar e Lago di Bohinj
- 6° giorno – Lubiana
- 7° giorno – grotte di Škocjan , Vipava Valley
- 8° giorno – Castello di Predjama e Piran
- 9° giorno – rientro a casa
Come sempre, abbiamo deciso di cambiare diversi alloggi per dormire sempre più o meno vicini a ciò che desideriamo visitare.
Slovenia orientale
giorno 1 – Lasciamo l’Italia un sabato mattina torrido, muniti di tampone negativo e lievemente in ansia per il primo viaggio all’estero dopo due anni. La nostra ansia è tutta ingiustificata, tanto che varchiamo il confine senza neanche rendercene conto! Quando i cartelli iniziano a farsi incomprensibili ci viene il dubbio, infatti controlliamo Google Maps che conferma che siamo approdati in Slovenia. Attraversiamo tutto il paese che ci accoglie verdeggiante, quieto e pacifico, e in serata raggiungiamo la prima tappa.
Ptuj è una delle cittadine slovene più antiche, è piccolina ed è un autentico gioiello. Attraversiamo uno dei ponti sul fiume Drava e raggiungiamo il nostro primo alloggio, nel cuore della città antica, collocata su una collina dominata dal castello. Approfittiamo dell’ora del tramonto e della temperatura perfetta (che goduria!) per passeggiare per le vie di Ptuj, fermandoci per cena in un localino easy.
giorno 2 – Dedichiamo la domenica mattina ad esplorare la regione vitivinicola di Jeruzalem, meno vocata dal punto di vista qualitativo ma di rara eleganza e bellezza. Sembra quasi di essere nelle Langhe, mal al posto di nebbiolo e dolcetto troviamo sipon e beli pinot. Qui facciamo scorta per casa e una bella sosta degustazione con vista a perdita d’occhio sulle vigne, prima di ripartire.
Maribor è la seconda città più grande della Slovenia, anche lei attraversata dal Drava. Visitiamo la Vinag Wine Cellar, una cantina sotterranea nel cuore della città, con una temperatura costante di 10-12 gradi, umidità al 90% e oltre 3 km di tunnel: un’attività molto carina, accompagnati dalla guida (una signora squi-si-ta) con degustazione finale – ça va sans dire. Dopo la visita passeggiamo per la vie della città, costeggiando il fiume, e decidiamo di rimanere in un bar a vedere la finale degli Europei di calcio. Forza azzurri!
Slovenia centrale
giorno 3 – Lunedì mattina. Lasciamo il nostro primo alloggio ed iniziamo a ripercorrere a ritroso il nostro percorso, spostandoci a ovest verso il centro del paese. Non potevamo non fermarci a Zalec, famosa per la sua fontana che spilla… birra! Un’attrazione giustificata, perchè la zona circostante è un importante centro di coltivazione di luppolo. Zalec merita la sosta: si acquista il boccale e poi si possono assaggiare diverse varietà di birre locali, spillandole direttamente da queste magiche fontane!
Dissetati, ripartiamo e raggiungiamo nel primo pomeriggio il glamping che ci ospiterà per tre notti. La Slovenia è nota per i suoi glamping, “glamour camping” immersi nella natura ma con le comodità di un hotel. Mi ero troppo fissata e volevo assolutamente provarlo. Anche se, col senno di poi, non so se la formula mi convince molto: o ami il campeggio, o vuoi il confort, e con il glamping ottieni poco di entrambi!
La sera ci affidiamo ai consigli del nostro host – un improbabile e cortese signore che non parla una parole di inglese – che ci dirige verso un ristorante molto noto della zona. Locale carinissimo, dall’atmosfera arabeggiante, dove mangiamo i kruhki, una sorta di pasta di pizza ripiena e arrotolata a forma di salsicciotto, da inzuppare in varie salse. Divertente!
Bled, Vintgar e Bohinj
giorno 4 – Il programma della giornata grida avventura. È il nostro primo rafting, e siamo eccitati ma anche un po’ spaventati. L’escursione parte da Šobec e prevede un percorso di 10 km armati di remi e giubbottini. Siamo gli unici italiani a bordo della nostra canoa, siamo i più casinisti e anche gli unici che non riescono a mettersi in posa per le foto di gruppo. Il giro prevede anche un piccolo tratto a “nuoto” (si tratta di lasciarsi trasportare dalla corrente naturale) nelle acque GELIDE del fiume Sava, compito che porto a termine con estrema difficoltà perché il mio corpo non ne voleva sapere di stare immerso e i miei piedi continuavano a galleggiare… le foto che ci hanno scattato sono pura magia!
Nel pomeriggio raggiungiamo il lago di Bled, forse la meta turistica più celebre della Slovenia, che è un capolavoro. Sarà il colore magico dell’acqua, sarà l’isoletta al centro, sarà la pace che si respira… Bled conquista. Specialmente in estate, non puoi non affittare la barca a remi per raggiungere l’isola.
“Ma sì, affittiamola solo per un’ora, che vuoi che ci voglia ad arrivare nel mezzo!”
Stacco. Dopo 20 minuti siamo ancora a riva a capire da che lato ruotare i remi; alla fine però portiamo a termine l’impresa. Tornati a riva, percorriamo poi tutto il perimetro del lago, 6 km lungo le sue sponde gentili e in parte balneabili: un percorso perfetto per correre, pedalare o semplicemente passeggiare come abbiamo fatto noi.
giorno 5 – Poco distante da Bled c’è la gola di Vintgar, un canyon lungo 1600 metri scavato dal fiume Radovna, interamente percorribile seguendo un percorso di sola andata. Al termine ci sono due vie alternative per tornare indietro, noi scegliamo la più lunga e ci ritroviamo in alpeggio… che pace!
Bled non è l’unico lago in zona, a 20 minuti in direzione ovest c’è infatti il lago di Bohinj, un’oasi alpina che sembra, per l’appunto, un miraggio. Arriviamo noi e arriva anche la pioggia, che non ci frena. Percorriamo un piccolo tratto del percorso perimetrale, e di colpo sembriamo finiti in Thailandia, un’autentica sorpresa. Ci sarebbe piaciuto fermarci di più in quest’area ed esplorarla meglio, ma si sa, i viaggi sono così.
Decidiamo di rimanere in zona per cena, senza considerare il fatto che siamo praticamente in montagna, l’escursione termica è notevole e noi siamo in costume e shorts! Cerchiamo una felpa da comprare, invano, e quando arriviamo al ristorante siamo congelati. Qui però sono tutti gentili, ci fanno accomodare dentro aprendo una sala apposta per noi; polenta di grano saraceno, camoscio e vino fanno il resto, ci ritempriamo e siamo felici.
Lubiana
giorno 6 – Arriva il momento di salutare il glamping, per la gioia di Tiziano 🙂
Mentre siamo in macchina in viaggio verso la capitale, decidiamo di modificare leggermente il nostro piano (santo Booking!) e prenotiamo in extremis una notte in città, per avere l’intero giorno a disposizione, serata inclusa. Appena varcata la soglia dell’hotel capiamo di aver fatto una scelta super: un po’ di sano confort dopo l’esperienza wild ce lo siamo meritato!
Usciamo ad esplorare Lubiana e ci sembra subito una città perfetta: per dimensione, per pulizia, per atmosfera, per storia. Passeggiamo per il centro, attraversato dal fiume Ljubljanica che separa il quartiere antico dalla zona più moderna e commerciale. Lungo le sponde è un alternarsi di caffè con tavolini all’aperto, mercatini, negozi di dischi e libri usati, dimore antiche con giardini privati, tanto verde e tanti sorrisi. Saliamo fino al castello, fortezza medievale dalle quale il panorama sulla città è imperdibile. Non visitiamo musei o altro, preferiamo girovagare senza meta. Al tramonto Lubiana si anima ancora di più: un aperitivo o cena in centro è una tappa da non perdere.
Slovenia occidentale
giorno 7 – La Slovenia è famosa per le sue grotte, e dei due siti principali scegliamo di visitare Škocjan (l’altro è Postumia), inserito nel patrimonio mondiale Unesco. Stiamo parlando di un percorso di 5 chilometri nel canyon sotterraneo più grande d’Europa, scavato nei secoli dal fiume Reka. Si può accedere solo attraverso un tour guidato (ci sono partenze quasi ogni ora) che merita davvero tanto: la visita è bellissima e toglie il fiato, e l’impossibilità di scattare fotografie, anche per la propria sicurezza, contribuisce a rendere l’esperienza ancora più intensa. All’interno delle grotte c’è ancora il percorso originale di ferrata tracciato dai primi esploratori che scoprirono il sito a fine ottocento… dei matti!
I miei 3 momenti preferiti della visita, che dura circa due ore: l’ingresso nella “grande sala”, maestosa e dove stalattiti e stalagmiti sono tuttora in formazione; il ponte sospeso a 50 metri d’altezza, passaggio obbligato per attraversare il canyon; il momento dell’uscita, che dà l’impressione di riemergere da un viaggio al centro della terra.
Dopo questa gita, sentiamo il bisogno di ritemprarci a modo nostro, e quale miglior modo se non una degustazione? Conosciamo così Lepa Vida. Irina ci racconta la storia della propria famiglia, che da generazioni ama, cura e trasforma i frutti di questa terra, la valle di Vipava. Lepa Vida significa “bella vita“, ma è anche il nome della particolare bottiglia disegnata dal designer Oskar Kogoj in esclusiva per l’azienda. La bottiglia ricorda le forme del corpo femminile ed è dedicata alle Aleksandrine, donne slovene che tra il 1850 e il 1930 lasciavano le proprie famiglie (e i propri figli appena nati) per lavorare come balie presso facoltose famiglie ad Alessandria d’Egitto. Piango come una fontana, commossa da questa storia di amore e sacrificio così forte. Irina mi tranquillizza, dice che succede spesso…
La tenuta è molto bella, la sala degustazioni ancora di più (dove si firma per avere un soggiorno come questo?) e il tagliere misto… tanta roba.
giorno 8 – Non siamo ancora sazi, vogliamo continuare a scoprire la Vipava Valley e i suoi vini. Raggiungiamo la Tenuta Burja, con i suoi vecchi vigneti dove la bora soffia potente – anche in piena estate! Primož e la moglie Mateja ci accolgono a casa loro e ci raccontano la propria filosofia, che segue i principi biologici e biodinamici e punta a valorizzare le varietà di uva locali; pochi interventi necessari in cantina, la natura fa tutto il resto. Assaggiamo i loro vini e visitiamo la splendida cantina scavata nella collina.
Non molto distante c’è un altro posto pazzesco: il castello di Predjama. Pazzesco perché è costruito dentro ad una grotta, con un’edificazione così ben fatta che a tratti sembra scolpito direttamente nella pietra. Non abbiamo il tempo di visitarlo all’interno, ma da fuori ci regala comunque delle belle emozioni.
La costa
La Slovenia ha anche un minuscolo tratto costiero, uno scorcio “rubato” tra la costa italiana e quella croata. Ci sembra una degna ultima tappa per chiudere in bellezza un viaggio così. In particolare, ad attirare la nostra attenzione è Piran, un piccolo borgo in stile veneziano che affaccia sul mare. Anche se sarebbe più corretto dire “tuffa”, perchè Piran si sviluppa su una lingua di terra immersa nell’Adriatico. Non possiamo fare scelta migliore che visitarlo al tramonto. Ci gustiamo anche una semplice e golosissima cena di pesce vista mare.
Dopo otto giorni arriva il momento di tornare a casa. Siamo entusiasti, un po’ sorpresi, grati per questo viaggio che ci ha fatto conoscere una terra che non immaginavamo avesse tanto da offrire.
È un viaggio che consiglierei ad occhi chiusi.
Dormire e Mangiare
Vi lascio una selezione delle strutture dove abbiamo dormito e mangiato che ci hanno colpiti di più.
Bed & Breakfast Šilak – Ptuji
Glamping Bizjak – Preddvor
uHotel – Lubiana
Kruhkerija Gorjanc – Preddvor
Pri Hrvatu – Srednja Vas v Bohinju (tra Bohinj e Bled)
Ribic Baja – Piran
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